Indice
- Dove l’AI genera i maggiori benefici
- Casi concreti: chi adotta prima vede già i risultati
- La potenza trasformativa dell'AI
- Implicazioni strategiche e impatti positivi sull’occupazione
- Le sfide da affrontare e le mosse necessarie
- Uno sguardo al futuro
- Conclusioni
Nel 2025, il settore immobiliare si trova alle soglie di una profonda trasformazione guidata dall’Intelligenza Artificiale. Tradizionalmente considerato un comparto ad alta intensità di manodopera, il real estate—dall’immobiliare commerciale al residenziale, dagli spazi self-storage al property e asset management—sta progressivamente adottando l’AI non come semplice novità tecnologica, ma come leva strategica per l’efficienza operativa. Secondo un un recente studio di Morgan Stanley Research, l’AI potrebbe automatizzare fino al 37% delle attività oggi svolte all’interno di REIT e società immobiliari commerciali (CRE), generando risparmi operativi pari a oltre 34 miliardi di dollari entro il 2030.
In questo articolo esploriamo dove l’AI crea maggior valore nel real estate, come le aziende stanno già beneficiando dell’adozione, e cosa dovrebbero fare per prepararsi a questa ondata di cambiamento.
Dove l’AI genera i maggiori benefici
L’analisi di Morgan Stanley, condotta su 162 aziende del settore REIT e CRE (che rappresentano circa 92 miliardi di dollari in costi del personale e oltre 525.000 dipendenti), ha identificato alcune aree chiave dove l’automazione è particolarmente promettente:
- Management: supervisione strategica, pianificazione, analisi dei portafogli.
- Attività commerciali e vendite: qualificazione dei lead, interazione con i clienti, marketing e comunicazione.
- Supporto amministrativo e d’ufficio: generazione documentale, inserimento dati, reportistica, gestione appuntamenti.
- Installazione, manutenzione e riparazioni: manutenzione predittiva, pianificazione automatica degli interventi, diagnostica da remoto.
In tutte queste aree, una parte significativa delle attività ripetitive, basate su regole o prevedibili, può essere automatizzata o potenziata con l’ausilio di sistemi AI.
Casi concreti: chi adotta prima vede già i risultati
Esempi reali dimostrano l’impatto tangibile in termini di produttività:
- Un'azienda del settore del self storage ha digitalizzato l’85% delle interazioni con i clienti Riducendo le ore di lavoro in loco grazie all’ottimizzazione del personale tramite AI del 30% senza compromettere la soddisfazione dei clienti, anzi migliorandola.
- Nel residenziale,, alcune società hanno ridotto il personale a tempo pieno del 15% rispetto al 2021, ottenendo però un aumento della produttività grazie all’impiego di strumenti AI per le operations, il customer care, l’affitto e la manutenzione.
Non si tratta di miglioramenti marginali, ma di un cambio strutturale nel modo in cui operano le aziende immobiliari.
La potenza trasformativa dell'AI
Oltre ai casi citati, l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) è pronta a rivoluzionare molte altre dimensioni operative. Tra le più promettenti:

Questi non sono scenari futuristici: molte aziende stanno già sperimentando o implementando queste soluzioni.
Implicazioni strategiche e impatti positivi sull’occupazione
Se l’automazione solleva timori legati alla perdita di posti di lavoro, nel real estate il quadro è più sfumato e potenzialmente positivo:
- Automatizzando attività ripetitive a basso valore, il personale può concentrarsi su compiti più strategici, relazionali e creativi.
- I clienti beneficiano di risposte più rapide, previsioni più accurate, manutenzione efficiente e servizi più consistenti.
- Internamente, cresce la soddisfazione dei team, che vedono ridursi i compiti tediosi a favore di attività più qualificate.
Inoltre, l’evoluzione dell’AI nel real estate potrebbe stimolare investimenti nei settori correlati: startup PropTech, infrastrutture dati, tecnologie per edifici intelligenti. Con la conseguente nascita di nuovi ruoli e mercati.
Le sfide da affrontare e le mosse necessarie
Per cogliere l’opportunità da 34 miliardi entro il 2030, le aziende del real estate dovranno superare alcuni ostacoli cruciali. Ecco le priorità:
- Data readiness & infrastructure
L’AI ha bisogno di dati di qualità. Ma spesso le aziende hanno dati frammentati: schede immobiliari, registri di manutenzione, log di customer care e dati finanziari. Rendere questi dati accessibili, puliti e interoperabili è il primo passo. - Gestione del cambiamento e cultura aziendale
L’automazione cambia ruoli, flussi di lavoro e aspettative. La leadership deve comunicare con chiarezza, formare il personale e promuovere una visione dell’AI come strumento abilitante, non solo come leva di risparmio. - Scelta di strumenti e partner giusti
Non tutte le soluzioni AI sono uguali. Le aziende devono valutare in base all’affinità con il settore, all’integrazione con sistemi esistenti (leasing, manutenzione, CRM), al rispetto della privacy e all’affidabilità del fornitore. - Regolamentazione, ESG ed etica
I sistemi AI devono rispettare le normative sulla privacy, sul lavoro e sulla trasparenza. Inoltre, nel contesto ESG, l’AI può supportare obiettivi di sostenibilità (es. ottimizzazione energetica), ma se non gestita correttamente può anche introdurre bias o opacità nei dati. - Scalabilità e sviluppo iterativo
I progetti pilota mostrano la fattibilità, ma la vera sfida è scalare senza perdere qualità. Serve un approccio iterativo, con feedback continui e misurazione chiara del ROI.
Uno sguardo al futuro
Guardando al 2030, emergono alcuni trend che plasmeranno il futuro dell’AI nel real estate:
Edifici intelligenti e sostenibili: progettati nativamente per integrare AI, con sensori, gestione dinamica dell’energia, manutenzione predittiva e controllo accessi. Performance net-zero e tracciamento delle emissioni potranno diventare lo standard.
Modelli “Space as a Service”: maggiore flessibilità nell’uso e nel pagamento degli spazi. L’AI permetterà di prevedere i bisogni, ottimizzare il layout e offrire esperienze personalizzate agli occupanti.
Transazioni più intelligenti e underwriting predittivo: valutazioni del rischio più precise, due diligence più rapide e scenari previsionali per acquisizioni e sviluppo immobiliare.
Maturazione dell’ecosistema PropTech: più startup verticali (AI per manutenzione, esperienza del tenant, ESG), flussi di capitale più strutturati e maggior diffusione di soluzioni AI-backed.
Conclusioni
Per le aziende del real estate, il messaggio è chiaro: l’AI non è solo un motore di efficienza, ma un vero e proprio vantaggio competitivo. I 34 miliardi di dollari in valore potenziale entro il 2030 sono una concreta opportunità per chi si muove ora. Come abbiamo visto nei casi di successo nel self-storage, nel residenziale e nel CRE, l’impatto dell’AI è già visibile: maggiore produttività, migliore customer experience, operazioni più snelle.
In Neodata crediamo che adottare l’AI con visione strategica, responsabilità e consapevolezza possa sbloccare nuove frontiere di innovazione e valore. Per le aziende che investiranno in dati, cultura e tecnologie, i benefici non saranno solo economici, ma trasformativi.
AI Evangelist e Marketing specialist per Neodata
-
Diego Arnonehttps://neodatagroup.ai/it/author/diego/
-
Diego Arnonehttps://neodatagroup.ai/it/author/diego/
-
Diego Arnonehttps://neodatagroup.ai/it/author/diego/
-
Diego Arnonehttps://neodatagroup.ai/it/author/diego/